Vjačeslav Michajlovič Molotov (1890–1986) è stato un importante e influente politico, diplomatico e rivoluzionario sovietico. Da ministro degli Esteri dell’URSS firmò nel 1939 l’accordo con la Germania nazista per la spartizione dell’Europa orientale.
Il suo nome è legato anche a uno degli ordigni più usati durante il XX secolo, la “bomba Molotov“. Realizzata con mezzi comuni ed economici (una bottiglia o un barattolo riempito di benzina e uno straccio) questa rudimentale bomba incendiaria si mostrò molto efficace soprattutto contro i mezzi blindati.
Già nelle cronache della Guerra civile spagnola (1936-1939) l’ordigno fu sicuramente utilizzato, ma è durante la Seconda guerra mondiale che si diffuse e assunse il nome con cui la conosciamo.
Furono i finlandesi i primi ad adottarla in larga scala durante la Guerra d’inverno (1939-1940) e la successiva Guerra di continuazione (1941-1944) a fianco della Germania nazista. I finlandesi chiamarono per la prima volta questo ordigno “bottiglia Molotov” o “cocktail Molotov”, in segno di scherno verso l’allora ministro degli Esteri dell’URSS.
Il politico sovietico aveva dichiarato che i bombardieri sovietici non sganciavano bombe, ma cibo per i finlandesi (i cosiddetti “cestini del pane di Molotov“). La risposta finlandese furono appunto i “cocktail Molotov“, prodotti in massa dall’azienda Alko, l’industria statale finlandese degli alcolici.
Le “Molotov” furono utilizzate da tutti gli eserciti e dalla Resistenza durante la Seconda guerra mondiale, assumendo nomi e forme diverse, ma lasciando inalterato il meccanismo. Un successo che è proseguito anche negli anni successivi grazie alla semplicità e all’efficacia di questa bomba divenuta, anche uno dei simboli della contestazione degli anni Settanta.