I primi libri a stampa
Gli incunaboli sono i primi libri moderni, cioè realizzati in serie con delle modalità proto-industriali, fino al 1501.
Nel XV secolo furono attive, in tutta Europa, oltre cinquecento tipografie. Si stima che fra il 1455 e il 1500 siano state stampate circa 35.000 edizioni, per una tiratura complessiva che si aggira intorno ai 10 milioni di copie.
Fu Bernard von Mallinckrodt nel suo De ortu et progressu (Colonia 1639) ad usare per primo il termine per indicare i primi prodotti delle tipografie. Incunabolo deriva dal latino incunabula, sostantivo plurale neutro che significava “fasce” e che a sua volta proviene da cunae, cioè “colla”. Qualche anno dopo il libraio olandese Cornelius van Beughem nel primo repertorio di libri e stampe a caratteri mobili, Incunabula typographiae (Amsterdam 1688), catalogò i primi prodotti tipografici dal 1450 al 1500 definendo l’incunabolo.
Oggi gli incunaboli sono considerati i tesori più preziosi delle biblioteche, secondi soli ai manoscritti medievali.
In base ai dati ufficiali ve ne sono oltre 8000 nella Biblioteca apostolica del Vaticano; 5000 nella Library del Congresso di Washington, 16mila nella Bayerische staatshibliothek di Monaco e 11mila alla Biblioteca nazionale di Parigi e nella British library di Londra. in Italia nelle biblioteche nazionali ci sono oltre 35mila incunaboli a cui si devono aggiungere altri 50mila contenuti nelle altre biblioteche pubbliche e nelle collezioni private.